24.03.1985

JUVENTUS - INTER  3-1

Maglie Juventus Inter 1984/85

JUVENTUS – INTER 3-1

Torino, Stadio Comunale, 24.03.1985 

23ª Giornata di Campionato


RETI: 38’ Altobelli (I); 40’ Tardelli (J); 62’ Boniek (J); 87’ Briaschi (J)


JUVENTUS: Bodini, Favero, Cabrini; Bonini (89’ Pioli), Caricola, Scirea; Briaschi, Tardelli, Rossi (42’ Vignola); Platini, Boniek – All. Trapattoni


INTER: Zenga, Bergomi, Mandorlini (84’ Pasinato); Baresi, Collovati, Ferri; Sabato (71’ Causio), Marini, Altobelli; Brady, Rummenigge - All. Castagner


ARBITRO: Bergamo di Livorno


CLASSIFICA: Verona p. 35; Inter, Torino p. 30; Sampdoria p. 29; Juventus, Milan p. 28; Roma p. 25; Napoli p. 24; Fiorentina p. 21; Atalanta, Udinese p. 20; Avellino, Como p. 19; Ascoli p. 18; Lazio p. 13; Cremonese p. 9


CRONACA: La Juve ha ricambiato la cortesi all’Inter. Con questo 3-1 i bianconeri tolgono ogni illusione di scudetto ai nerazzurri, così come l’Inter aveva brutalmente eliminato dalla lotta al vertice gli juventini nella gara d’andata. Il tutto a vantaggio di un Verona che galoppa irragiungibile verso un trionfo strameritato. Non è stata quella di ieri una partita a senso unico come fu l’altra a San Siro quindici giornate fa. Allora gli uomini di Castagner demolirono e mortificarono gli avversari zeppi di riserve in difesa e che attraversavano, oltretutto, un periodo di scarsa vena. All’appuntamento del Comunale invece le due squadre si sono presentate dopo il trionfale mercoledì di Coppa. Semmai si potevano considerare un po’ stanche, ma entrambe ben intenzionate a una sfida di fuoco. Una doveva consumare la sua “vendetta”, l’altra inseguire ancora sogni di gloria. Ed in effetti il risultato è rimasto incerto fino a 3’ minuti dalla fine, quando una spettacolare azione in contropiede Boniek-Platini-Briaschi non ha portato il punteggio su un 3-1 che non ammetteva ulteriori aggiornamenti. Ma prima si è fatto a gara sugli spalti per pronosticare la vincitrice dell’incontro, tutti fuorviati dall’andamento di una partita contraddittoria e spesso in aperto contrasto con le reti che venivano messe a segno.

Basta seguire la cronaca: attacca l’Inter subito, ma non poche idee e pochi sprazzi di pericolosità. Soltanto Rummenigge, palla al piede, crea disagi nel sistema difensivo juventino.  Poi la Juve comincia a spingere sull’acceleratore; sono fiammate saltuarie, ma che producono sempre brividi in area nerazzurra e, almeno, un paio di palle-gol. Risultato: segna l’Inter con l’unico tiro in porta che gli era riuscito fino a quel momento. E’ il 38’, Brady raggiunge con un lungo pallone Altobelli sulla sinistra: il centravanti scatta bene, sorprende Caricola che non ritorna più sull’avversario tanto che il nerazzurro ha tutto il tempo di stoppare la sfera, di metterla a terra e di sferrare il sinistro. Il tiro è forte, ma viene scoccato da posizione talmente ingrata che sembra impossibile possa finire in rete. Invece Bodini si fa incredibilmente sorprendere e vien fuori l’1-0 per gli ospiti. La Juve ha però la capacità di reagire immediatamente con il solito Tardelli che due minuti dopo devia sul palo, di testa, un pallone scodellato a centro area da Bonini: la palla su rimbalzo viene respinta da Marini appostato sull’altro palo, ma aveva già varcato la linea e Bergamo non ha esitato a indicare il centro del campo.

Nella ripresa nuovo capovolgimento di situazione. Era uscito Rossi ed era entrato Vignola; Platini fungeva da punta aggiunta e la Juve accusava, oltre che un difetto di collegamenti tra difesa ed attacco, anche un vistoso calo fisico, mentre l’Inter spadroneggiava più che per la limpidezza del suo gioco, per agonismo e vigore atletico. E’ a questo punto che Marini coglieva un palo clamoroso riprendendo un’”infelice” respinta di Bodini. Sembrava il prologo del gol del nuovo vantaggio nerazzurro, quando invece, in perfetto contropiede, Boniek partiva come un treno su un lungo lancio di Tardelli. Il polacco passava in mezzo a Baresi e Collovati, riusciva con rara maestria a controllare un pallone che rimbalzava alto, aveva la freddezza di attendere l’uscita di Zenga per poi tagliarlo fuori con un diagonale precisissimo. All’Inter non restava che avventarsi alla ricerca di un pareggio che nei confronti del Verona che stava vincendo al Bentegodi, sarebbe comunque servito a ben poco; mandava (tardivamente) in campo prima Causio e poi Pasinato, ma non coglieva alcun risultato apprezzabile. Come abbiamo detto, al 42’ era invece la Juve ad andare a rete ancora grazie a un contropiede manovrato pregevole. Boniek conquistava un bel pallone, saltava due nerazzurri, lanciava a Platini che era già al cospetto di Zenga: il francese, in corsa ed al volo, invece di tirare in porta scodellava per Briaschi che  infilava a porta vuota. Una prova d’altruismo del francese anche rischiosa, perché la posizione di Briaschi a quel punto era sospetta.

Una partita tutto sommato avvincente per le alterne situazioni di punteggio, ma molto povera tecnicamente e confusa e zeppa di errori quante altre mai. L’ha fatta sua la Juve solo perché ha sbagliato di meno, ha avuto freddezza nei momenti topici, oltre ad essere esaltata da un paio di uomini (Tardelli e Boniek) superiori a compagni e avversari. Semmai non comprendiamo la sostituzione dell’infortunato Brio con Caricola e non con Pioli. Trapattoni non sembra nutrire fiducia verso il giovane parmense, ma visto Caricola ieri, c’è da restare perplessi per questa scelta.

L’Inter si è schierata con la formazione che dev’essere considerata tipo. Cioè con Sabato e Mandorlini. Ma è anche la formazione che era pian piano scivolata dalla prima posizione al fianco del Verona, fino ai tre punti di distacco che aveva prima della sfida con la Juve. Ieri al Comunale bisognava soltanto vincere e ci voleva appunto una squadra più spregiudicata, che magari rischiasse di più, ma che assicurasse maggior potenziale di gioco. A cosa serve infatti mandare Causio sull’1-2? E Mandorlini a cosa è servito sulla sua fascia? Non a caso uno degli uomini migliore della Juve è stato Tardelli, il suo oppositore che ha segnato anche un gol di testa saltando indisturbato nell’area di rigore nerazzurra. Con Bini libero ci sarebbe stata altrettanta libertà d’azione per gli avversari a due passi da Zenga? E con Bergomi sulla fascia non ci sarebbe stata una spinta più concreta per la squadra? Non è con il senso di poi che facciamo certi rilievi.

Ultima annotazione su Bergamo. Direzione appena discreta con una nota stonata. L’intervento di Ferri su Briaschi era da rigore. Non andiamo a cercare alibi nel fatto che il difensore possa aver colpito anche il pallone, se per farlo deve “sicuramente” mettere giù l’avversario. Giusta invece l’espulsione di Pasinato che ha commesso uno stupido fallo su Cabrini a gioco ormai fermo. – da La Gazzetta dello Sport del 25.03.1985