JUVENTUS – ROMA 2-0
Torino, Stadio Comunale, 09.12.1979 - 12 09.12.1979
12° Giornata di Campionato
RETI: 5’ Bettega (J); 36’ Marocchino (J)
JUVENTUS: Zoff, Cuccureddu, Cabrini, Furino,
Brio, Scirea, Causio, Prandelli, Bettega, Tavola, Marocchino (67’ Fanna)
All. Trapattoni
ROMA: Tancredi, Maggiora, De Nadai, Rocca (56’
Ugolotti), Peccenini, Santarini, Conti B., Di Bartolomei, Pruzzo, Benetti, Ancelotti
All. Liedholm
ARBITRO: Casarin di Milano
CLASSIFICA: Inter p. 19; Milan p. 16; Cagliari p.
15; Juventus p. 14; Avellino, Torino p. 13; Lazio, Napoli, Perugia p. 12; Bologna, Roma p. 11;
Ascoli, Udinese p. 10; Catanzaro p. 9; Fiorentina p. 8, Pescara p. 7
CRONACA: La Juventus si ripresenta con un uno-due
perentorio, gioca, diverte ridando fiducia ai suoi tifosi mortificati dalle ultime vicende. Un gran
gol di Bettega a freddo e un altro spettacoloso di Marocchino, il suo primo in bianconero. E tanto
gioco, movimento, corsa.
Nella giornata in cui la Juventus rinasce è doverso porsi un
quesito: è stato tutto merito suo o non l’ha agevolata la Roma i cui difensori non hanno ancora
assimilato la zona? Diciamo un po’ merito dei bianconeri e un po’ demerito dei romanisti. Il gioco
che impone Liedholm alla sua squadra va incoraggiato. Gli insuccessi determinati dagli errori sono
il tributo inevitabile che si paga alle innovazioni tattiche. La Roma è la sola squadra che cerca
vie nuove, naturale che possa andare incontro a contraccolpi. E lo spiega il particolare che finora
ha incassato 17 gol: è la difesa più perforata. Ma Liedholm predica sempre che non è proibito
marcare l’avversario in zona gol. Gli juventini hanno dunque trovato larghi spazi, al Causio e la
Bettega non è lecito regalare nulla, appartengono a un altro pianeta. Prendiamo il primo gol. E’
giunti al 5’: su azione dalla sinistra di Marocchino, proseguita sulla linea laterale da Cabrini,
c’è stato il cross. Peccenini, controllore di Bettega, saltava fuori tempo. Palla a Bettega
solissimo. Stop di petto e gran botta centrale di sinistro. Imparabile. Ora, anche la zona prevede
che un attaccante non debba essere lasciato mai solo allorchè è in zona gol. Invece, una volta
fattosi fuori Peccenini, nessuno ha contrastato Bettega. Prendiamo il secondo gol, arrivato al 36’.
Soltanto a Pelè era lecito fare lo slalom da destra a sinistra e trovare il varco per battere di
sinistro. E’ stato possibile anche a Marocchino, nessuno che gli sia andato incontro una volta
superato De Nadai, deciso ad ostacolarlo.
Egli ha segnato un gran gol, tanti complimenti, ma ha avuto l’opportunità di farlo con
estrema tranquillità. E soprattutto è stato il proseguio della partita a farci scoprire che la
Roma deve lavorare ancora molto per impossessarsi della zona per poi imporsi come i suoi sforzi
meritano. In nessuna partita di calcio in Italia è concepibile che vengano liberati davanti al
portiere sei-sette volte gli attaccanti. Alla Juventus è capitato. Al punto che il risultato
avrebbe potuto assumere dimensioni clamorose. Santarini in linea, marcature elastiche, che
possiede scatto e progressione riesce ad avere la meglio. Due volte Tancredi ha liberato (su
Bettega al 34’ e su Marocchino al 55’) intuendo il passo dell’avversario. Un’altra Causio
(45’) dopo aver scavalcato di forza la linea dei romanisti si produceva in un pallonetto che
scavalcava di poco la sbarra. Fanno la zona, i romanisti, ma quando cambiano avversario non
capiscono più niente. Non si accollano la responsabilità di controllare l’uomo più vicino.
Secondo noi Trapattoni ha previsto tutto questo ed allora ha accentuato il movimento della
squadra imponendo ai suoi di scambiarsi continuamente di ruolo. Dopo i due gol la Roma ha
cominciato a ragionare e ha portato qualche pericolo. Due volte con Pruzzo (girata di testa al
51’: è stato grande Zoff a tirar fuori la palla di pugno con un pronto guizzo sulla destra, e
prima ancora, al 38’, il centravanti aveva sacrificato addosso a Scirea una palla lanciatagli
dalla destra da Ancelotti). Non c’è stata comunque la giusta reazione che si aspettava dalla
Roma. Troppo presto si è rassegnata, perché forse troppo presto è stata infilata dal portentoso
tiro di Bettega e successivamente messa in ginocchio dalla prodezza di Marocchino. Liedholm ha
tentato di ribaltare la situazione sostituendo il commovente Rocca con Ugolotti per dare una
spalla a Pruzzo. Le cose tuttavia non sono cambiate. La squadra ha continuato a trotterellare
e, quello che è stato forse più deleterio, a portare palla nel mare del centrocampo dove
Benetti (è stato invocato all’inizio a gran voce “Torna Romeo!) e Di Bartolomei non sono
fulmini di guerra in quanto a spinta dinamica. Comunque, errori o non errori, la Roma ha
rilanciato la Juventus. E’ ciò che oggi conta.
Intanto la squadra di Trapattoni, con un centrocampo quasi nuovo (Prandelli e Tavola, più
il Marocchino che si inseriva preferibilmente sulla destra) fa esperienza, acquista morale, può
ricostruire le proprie fila. Ci è piaciuto quel Causio trasformato da regista mobile, a volte
alle spalle di tutti per avviare l’azione, a volte lungo le fasce laterali per il cross
intelligente, sempre in movimento per stabilire i contatti soprattutto con Bettega (apparso su
di giri) e con Marocchino. E Tavola e Prandelli a correre, Furino a controllare, Cuccureddu e
Cabrini a contrarre e a spingere. Sì, la Juventus ha fatto tanto gioco partendo da basi solide
(Zoff e Scirea) e spingendosi poi per trovare i facili varchi. La partita, tutto sommato, è
stata bella. Ci sono stati il gioco e i gol. La gente ha sfollato contenta, una volta
tanto.
– da La Gazzetta dello Sport del 10.12.1979