06.05.1984

JUVENTUS - AVELLINO 1-1

Maglie Juventus Avellino 83/84

JUVENTUS – AVELLINO 1-1

Torino, Stadio Comunale, 06.05.1984

29ª Giornata di Campionato


RETI: 20’ Rossi P. (J); 72’ Coloba rig. (A)


JUVENTUS: Tacconi, Caricola, Cabrini; Bonini (53’ Furino), Brio, Scirea; Vignola, Prandelli, Rossi P. (79’ Penzo); Platini, Boniek – All. Trapattoni


AVELLINO: Paradisi, Osti, Vullo; Schiavi (65’ Bergossi), Favero, Biagini; Barbadillo, Tagliaferri, Diaz; Colomba, Limido (62’ Bertoneri) - All. Bianchi


ARBITRO: Paparesta di Bari


CLASSIFICA: Juventus p. 43; Roma p. 39; Fiorentina p. 35; Inter p. 33; Verona p. 32; Torino, Udinese p. 31; Milan, Sampdoria p. 30; Ascoli p. 29; Napoli p. 26;  Avellino p. 25; Lazio p. 24; Genoa p. 23; Pisa p. 21: Catania p. 12


CRONACA DELLA VIGILIA: Piove, i giocatori escono dal campo zuppi, senza allegria: Trapattoni, l' uomo che sta vincendo il suo quinto scudetto si guarda bene dall' allentare le tensioni della vigilia. Anche se solo la matematica lascia qualche minima riserva sulla vittoria finale già nella partita di domani: "Non è scaramanzia, ma qui parlano già tutti della finale di Coppa, di come giocheremo contro il Porto. Le distrazioni ci hanno sempre fatto malissimo. E io voglio che fino a domani sera l' unico pensiero per i ragazzi sia l' Avellino. Chiusa questa faccenda penseremo anche al resto". Il tecnico bianconero pare davvero l' ultimo baluardo alla noia di vincere - se mai vincere può venire a noia - che si avverte negli umori della gente, mentre i giocatori si avviano al pullman, destinazione Villar Perosa. "Perchè in questo mestiere, ma credo che sia così in tutti i settori della vita quotidiana, se ti svegli con dieci secondi di ritardo non li riguadagni più. E quando arrivi alla sera ti accorgi che qualcuno più sveglio di te è arrivato prima, ti ha fregato sul tempo. Meno baluardi - ma solo per una questione di anzianità e quindi di prestigio nella gerarchia societaria - i giovani della Juventus si beano dell' atmosfera di festa con una buona dose di discrezione: Tacconi, che compirà 27 anni domenica prossima, Bonini, strappato giovanissimo a possibili glorie ciclistiche, Caricola, acclamato dai ragazzini più di un Platini qualsiasi... "Che cos' è lo scudetto? Il premio rincorso per nove mesi - dice Bonini, con l' aria di uno che ha paura di non meritarsi la torta - dicono che ho corso anche per gli altri, beh, è quello che so fare... bravo come i miei compagni? Forse anche di più, ma solo quando giochiamo a flipper...". I tifosi, scoraggiati dal cattivo tempo, hanno preferito mantenersi asciutti in vista della maratona di domani, con il ritrovo alle 9,30 davanti alla sede dello Juventus Club Torino. Ci saranno gli striscioni, lo scudetto grande così fatto con il polistirolo espanso, i bandieroni da sventolare prima dell' ingresso delle squadre in campo. Il tutto sperando di ripetere la bella coreografia realizzata nell' ultimo mercoledì di coppa: mancheranno solo i fuochi d' artificio, poco praticabili per via del bastone di sostegno regolarmente lanciato in campo a botto avvenuto. "Ci sarà anche l' invasione di campo - sostiene uno degli organizzatori designati - non me la sento proprio di chiedere ai ragazzi di rinunciarci. Oh, sarà pacifica, sicuramente, ma vogliamo che i giocatori non scappino comunque, almeno che facciano il giro dello stadio per salutare i tifosi. E lo faranno". A tutt' oggi di esaurito c' è solo il settore di tribuna, la gente di stadio ha snobbato la prevendita, votandosi al martirio delle code interminabili, domani, davanti ai botteghini. I cuori e i portafogli sono già tutti sui pullman per Basilea: chi è andato a comprare il biglietto in Svizzera a undicimila lire ne chiede settantamila per rivenderlo. "Già - sostiene Trapattoni - nessuno si preoccupa di Diaz e Barbadillo, io mica mi fido... Spero che tutto vada per il meglio, vorrei mandare in campo Furino. No, niente De Amicis a basso prezzo, mi sembra giusto che uno con la sua carriera alle spalle si congedi davanti al proprio pubblico, piuttosto che domenica prossima a Genova. Ma stiamo proprio attenti, due volte abbiamo giocato senza cuore: a Verona ce le siamo prese, contro Brady e soci, a casa loro, abbiamo rischiato grosso". Esce Boniek, il sorriso perso sui titoli di un giornale di oggi, ancora una polemica del tutto involontaria: quando ci si lamenta che lo stile Juventus è fatto soprattutto di silenzi e di banalità il caso del polacco di volta in volta accusato e accusatore, dovrebbe far riflettere. "Credo che a volte pensi di giocare contro i mulini a vento - commenta Penzo - lui è uno genuino, senza maschere, l' altra faccia del professionismo insomma. Poco entusiasmo per la Juventus che vince? Sono venuto qui perchè sapevo che non poteva fallire due anni di seguito, credo che sia un dato evidente a tutti. E vincere ventuno scudetti più che un' abitudine, è un modus vivendi, anche per i tifosi". Partita, doccia di champagne, una visita alla Domenica Sportiva, poi tutti a festeggiare in un noto locale torinese. Il tutto secondo prassi, quella vincente ovviamente... – da La Repubblica del 06.05.1984

AMARCORD DI PAOLO ROSSI: E’ l’ultima partita del mio primo scudetto vero, in quello dell’82 avevo raccolto appena 3 presenze, il campionato che sento davvero mio anche perché il mio personale contributo di 13 gol è risultato determinante. Una grande festa, una bellissima giornata di sport bagnata da un gol che sanciva la vittoria di un campionato che abbiamo dominato dall’inizio alla fine.