29.04.1984

INTER - JUVENTUS   1-2

Maglie Inter Juventus 1983/84

INTER - JUVENTUS 1-2

Milano, Stadio San Siro, 29.04.1984

28ª Giornata di Campionato


RETI: 24’ Cabrini (J); 37’ Platini (J); 45’ Altobelli rig. (I)


INTER: Zenga, Ferri (56’ Marini); Collovati; Bini, Bagni, Baresi G.; Muller, Pasinato, Altobelli; Sabato, Serena - All. Radice


JUVENTUS: Tacconi, Gentile, Cabrini; Bonini, Brio, Scirea; Vignola, Prandelli, Rossi P. (69’ Caricola); Platini, Boniek – All. Trapattoni


ARBITRO: Agnolin di Bassano del Grappa


CLASSIFICA: Juventus p. 42; Roma p. 38; Fiorentina p. 34; Verona p. 32; Inter, Torino, Udinese p. 31; Ascoli p. 29; Milan, Sampdoria p. 28; Avellino,  Napoli p. 24; Genoa, Lazio p. 22; Pisa p. 21; Catania p. 11


CRONACA: LO TRIUMPHE per la vecchia Juventus, signora dei campionati. Eliminato il Manchester United e conquistata la finale di Coppa Coppe, ha subito esibito le sue orgogliose ruggini contro l'Inter a San Siro e lo ha puntualmente espugnato. Priva di un asso quale Tardelli, ha rischiato di scoppiare dopo un' ora di gioco. Tuttavia, ha tenuto duro. Aveva sostituito Tardelli con l' umile Prandelli e aveva escluso Penzo per avere Vignola in centrocampo. Quando si è reso conto che era difficile reggere al volitivo serrate dell' Inter, Giovanni Trapattoni ha compiuto un gesto di notevole impudicizia pratica: ha tolto fuori Paolo Rossi, inventandogli un disturbo inguinale (ohibò), ed ha mandato il terzino Caricola a soccorrere la difesa. Questo provvedimento difensivistico avrebbe scandalizzato i nesci in tempi lontani: Giovanni lo ha adottato con la disinvoltura di chi aveva ed ha la coscienza tranquilla. Non aveva sbagliato nulla nell' impostare la squadra per l' Inter: forse, ha rischiato solo un tantino con Gentile a ridosso di Altobelli, che si muove con l' aria un po' sciatta del grandone di leve di troppo lunghe, e basta sfiorarlo, a volte, per vederlo franare disastrato. L' arbitro Agnolin, in grande giornata, si è subito accorto che Gentile andava contenuto nei limiti della decenza e al terzo fallo gli ha mostrato il cartellino giallo dell' ammonizione. Gentile è stato Sala-ed-Din anche nei confronti di Serena ma poi non ha saputo evitare la collisione con Altobelli e sicuramente ha scontato la sua abituale ferocia. Agnolin ha inflitto un calcio di rigore alla Juventus e l' Inter si è sentita in dovere di darci dentro con il ringhio per tutta la ripresa. Ahi, non ne ha cavato più nulla. Il caro vecchio Annibale Frossi ha rimproverato al Trap la testardaggine (o la distrazione?) di voler lasciare Gentile alle prese con un maremmano quale Altobelli. Anch' io ammetto che ha rischiato: ma sbagliato, no di sicuro! Gentile su Serena avrebbe denunciato disastrosa inferiorità nel gioco alto e Brio, a sua volta, mancanza di agilità nei confronti di Altobelli. Chiamar subito in campo Caricola? Giovanni Trap sentiva che gli sarebbe servito in momenti più topici: e proprio quelli sono venuti a metà del secondo tempo. Tutto bene, allora: con una precisazione che debbo fare per onestà critica e non solo per quella: il primo tempo della Juventus è stato un inno al miglior calcio "italiano" che ammirare si possa. L' Inter si è impegnata allo stremo per passare: non ha mai messo un uomo solo davanti a Tacconi: vi si è trovato in parte Serena al 31' , concludendo la migliore azione dei milanesi in tutti i 90' , ma la palla da trasformare volava alta: difficile calibrarla di incornata: Serena ha fatto il suo meglio cavandone una parabola insidiosa, però tale da sfiorare soltanto l' incrocio. Tutti gli altri schemi interisti erano nati dal caso e dalla foga, in un disordine di intenti che poneva la Juventus nella condizione di parare e rispondere nel migliore dei modi. Ho citato la più bella 0463 azione dell' Inter, iniziata e conclusa al 31' : non attenderò oltre a precisare che la Juventus era già passata con un sibilante sinistro di Cabrini in diagonale bassa al 25' . Zenga sostiene che sia stato Bini a uccellarlo con una inopinata deviazione: sono disposto a crederlo, data la stima che nutro per questo portiere destinato a diventare grande: altrimenti, dovrei rilevare una sua colpevole fotta. Cabrini ha sparato dal vertice sinistro dell' area, anzi un po' spostato verso l' out: lo aveva chiamato al tiro Vignola con tre palleggi di indugio che la dicono lunga sulla sua classe (o sulla sua convinzione di valer molto): a Vignola aveva dato palla in appoggio Platini con intuizione principesca. Fatto il gol, la Juventus ha seguitato all' italiana con un agio che ha quasi mortificato i beneamanti fratelli bauscioni, almeno quelli che capivano il gioco: in effetti, lo stacco era di tre pappine tre: e lo ha dimostrato Platini scambiando con Boniek al 37' (guizzo da centravanti puro ed esterno destro a depositare beffarda palla in rete); e prima ancora di Michelino da Agrate Conturbia avrebbe potuto darmi ragione Boniek se non fosse giunto scoordinato ad incornare (ciccando) un delizioso cross di Paolo Rossi dalla destra (32' ). Boniek è ruzzolato guardando torvo Agnolin, che avrebbe dovuto rilevare - secondo lui - un' assassina spinta di Ferri: c' era stata, indubbiamente, ma l' abilità del goleador si dimostra proprio con l' intuizione e la forza: Boniek non è guizzato subito ad incornare quella delizia: così, ha perso il ritmo ottimo e se anche Ferri lo ha spinto, l' arbitro e tutti noi abbiamo attribuito il suo ruzzolone a mancanza di sincronismo: e va' là che vai bene. Tre palle-gol ha dunque costruito la Juventus, attaccata in furore e due ne ha trasformate con perentoria efficacia; nessuna autentica palla-gol ha costruito l' Inter. E alla ripresa è stato Zenga a doversi salvare dal sinistro di Vignola (servizio illuminante di Platini al 6' ) e ancora Platini ha effettuato un tocco da gol per Vignola al 14' , però sul piede che il biondino non ha, cioè sul destro. Capitan Bini è andato a svirgolar fuori un difficile cross di Altobelli in mischia; Serena ha chiamato Tacconi ad una difficile parata su tiro-gol dal limite al 22' . Poi, è venuto Collovati a sbagliare l' incornatina su punizione di Pasinato. Mueller ha tentato da lontano senza andare oltre l' esaltazione di Tacconi, che Zoff sta educando a cose grandi. Forse toccando ferro su questa insolita cista di Collovati, il Trap ha chiamato fuori Paolo Rossi che aveva fatto belle cosine (poche, veh) e Caricola gli ha consentito di sperare che la difesa tenesse: come in realtà ha fatto. Adesso alla Juve basterà un pareggio con l' Avellino per ottenere l' apoteosi, che il nome piuttosto solenne dato alla consueta baraonda dei tifosi capaci di saltare la rete di cinta... La meritoria impresa di San Siro può tornare benefica al citato Avellino e addirittura al buon vecchio Genoa, se non l' avrà giustiziato senza rimedio una ferocissima Fiorentina. Perchè ferocissima? Perchè ha perduto all' Olimpico senza essersi convinta di meritarlo; perchè il Genoa non è riuscito a battere il Verona, che la insidia a due soli punti, e anche il Verona aspira ad un posto in Coppa Uefa. Il Genoa ha raggiunto la Lazio, sconfitta a Udine (tre brasiliani all' origine del 2-0: Edinho, Batista, Zico). Genoa 0468 e Lazio precedono di un punto il Pisa, che ha sconfitto l' Avellino. Dai suoi stessi giocatori, Anconetani era stato additato alla gente quale un immondo negriero. Visto vincere il suo Pisa, è svenuto come una vergine. Ignoro quale clima stia fumigando intorno al carroccio pisano, però di istinto sarei indotto per una volta a non privilegiare i miei colleghi prestatori d' opera. Mi scusi l' amico Sergio Campana: il campionato italiano non è soltanto il più bello del mondo: rimette anche in auge la flanella cara ai nostri indugi d' antan. Qualcuno ci lascia l' anima e il fegato: qualche altro pattina sui bulloni distogliendo lo sguardo dalla breccia sulla quale si stanno immolando i semplici, anzi gli onesti, che i cinici, da queste parti, ritengono coglioni. I fiorentini hanno visto che Oriali è stato messo giù in area da Maldera sul 2-1 per i campioni d' Italia: l' arbitro non ha visto. Era forse rimasto lui pure alle informazioni della vigilia, secondo le quali il nostro fiero paìs brianteo non avrebbe potuto scendere in campo. Titolo curioso non meno che incongruo tacciava l' Inter di tradimento (?) nei confronti della Roma. Povera Inter: se bastasse ringhiare per produrre buon calcio, lo scudetto sarebbe suo, non della Juventus. Il divo Rummenigge ha letto il benvenuto in tedesco ed è subito ripartito per Monaco. Il professor Pellegrini ha assistito alla classicissima del calcio italiano fra lui e sua moglie Martina. Tutti e tre hanno parlato di sfortuna. Non di questo parere i tifosi (anche essi portati al ringhio) del Torino. Dice che i lanci spregiosi hanno allarmato anche Bersellini. Il caro balengo Milan aveva appena fatto il colpaccio: sull' 1-1, una prodezza di Damiani aveva consentito a Blissett di opporre il piatto destro alla palla senza possibilità di errore. In effetti, per non segnare il 2-1 avrebbe dovuto respingere. A tanto non arriva neppure lui, povera anima. Il Napoli non ce l' ha fatta a battere una olimpica Sampdoria. Bel gol di Mancini, in morte di non so quale vescovo avventurato. Rilevata questa prodezza, mi chiedo che altro vogliate da uno che ha dovuto vedere Inter-Juve nel vento freddo di Sarmazia e già per questo si sente eroe. Buon primo maggio al sole.